Carlo Ronconi, nato a Grosseto da una maestra grossetana e da un perito agrario fiorentino. Poco dopo essersi sposato è tornato a Firenze, dove si era laureato, per lavorare come farmacista in piazza delle Cure nella Farmacia della Nave.
“Ai nostri tre figli – ha dichiarato in una recente intervista Carlo Ronconi – abbiamo cercato di far amare la vita e donarla agli altri. In questo cammino la nostra secondogenita, Marta, è divenuta terapista della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva mentre gli altri due (che mi hanno aiutato nella realizzazione dei miei due libri) si rendono disponibili al prossimo più svantaggiato con il loro volontariato”.
Carlo Ronconi ha raccolto in un libro “Quando dal farmacista si misura la … pensione”, le frasi buffe che i suoi clienti gli hanno rifilato in anni di lavoro ed ha deciso di metterlo a disposizione, il ricavato della vendita andrà in parte alla copertura delle spese vive di stampa ed il resto all’associazione “Un amico per tutti” per i nostri progetti.
Per capire il vissuto che ha portato Carlo Ronconi a scrivere libri esplicativo un articolo di Elisabetta Giorgi su “Il Tirreno” di Grosseto.
“Gli hanno chiesto di tutto. Contenitori stereo per l’urina, ciucci simili al capezzale della moglie, tapparelle per gli occhi, diluvi per fare il bagno ai calli. Persino un collare… Per il cane? No, per la moglie. Per non parlare del suocero da neutralizzare coi sonniferi, perché “sa, alle 4 di notte canta la Pia e poi vuole la colazione…”. Difficile restare impassibili, di fronte allo straripare di storpiature lessicali, agli svarioni sparati a raffica, alle soluzioni “una tantum” (il Tantum verde?) e ai test “gravitazionali” chiesti con disinvoltura ammirevole. Càpitano all’improvviso, come un fulmine che squarcia la routine. “Mi dà l’argotolone?”, “vorrei le “fulle di fava….”. Così alla fine Carlo Ronconi (54 anni, farmacista in piazza Duomo, da Severi) ha deciso di dar corpo alla fantasia (o meglio alla realtà) annotando le perle più pazze “made in Maremma” e inventandosi un genere: l’umorismo farmaceutico. L’aveva già fatto l’anno scorso col primo libro, “Dottore, mi dà un’aspirina incandescente?” (3mila copie vendute, traduzioni chieste in polacco), e quest’anno bissa con “Dottore, mi misura la pensione?”, florilegio di gag dalla ricetta semplice ma efficace: un vero inno all’ottimismo condito dalle illustrazioni del figlio Marco, 19 anni, disegnatore e musicista. Perché come scriveva Bergson nel suo “Saggio sul significato del comico”, l’uomo è un animale che fa ridere”. E anche a Grosseto di materia prima ce n’è da vendere, complice il medichese dei farmaci dai nomi più assurdi. In 95 pagine di volumetto auto prodotto (in vendita in librerie e farmacie, ideale per Natale, prezzo a offerta da 8 euro in su, ricavato in beneficenza), Ronconi incastona centinaia di perle e le fa diventare vere e proprie storielline. Eccellente medicina dello spirito, antidepressivo naturale. Con sguardo sornione l’autore restituisce al mondo ciò che il mondo gli offre tutti i giorni, ma con occhio diverso e aereo. Planando. Perché «sorridere – spiega – fa bene allo spirito e serve a guarire più in fretta». Ditelo a lui, che si è messo a scrivere il libro dopo un incidente. «Mi ero tutto tronchicciato, avevo tempo libero e ho detto: sai che? Buttiamola a ridere, cercando il lato positivo nella disavventura…». Il gusto per la burla l’ha ereditato dai genitori, poi l’ha arricchito col campionario di delizie sue e dei colleghi, dove i farmaci diventano creature nuove. La cibalgina due fast si fa tecnologica: cibalgina Fastweb. La tachipirina prende un che di scurrile: cachipirina, antifebbrile o lassativo? Boh. La pasta fissan scalda il motore e diventa un bolide: pasta Nissan… Si creano mostri ibridi, è vero. Ma «l’importante è capirsi e farsi apprezzare per la cortesia che ispiri, anche se ti chiedono la tintura di odio». Nella vita si deve sorridere sempre, suggerisce lo scrittore, e il bancone non dev’essere mai una barriera (forse). «Infatti un giorno, mentre aspettavo l’autobus alla fermata, mi s’avvicina una signora che riconosco come cliente della farmacia, le sorrido mentre vedo che mi squadra a lungo, poi mi fa. “Senta, mica sono arrivate le cipolline?”. Mi aveva scambiato per il fruttivendolo». Bisogna essere sempre pronti a tutto, anche per telefono. A volte qualcuno chiama per avere gli orari. “Pronto? Voi siete la farmacia vicino al duomo di Grosseto vero?” “Sì, buongiorno, mi dica”. “A che ora è la messa?”
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Con soli 10 euro vi farete qualche risata tra le pagine del libro e, cosa importante, contribuirete ai nostri progetti.
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